La camera oscura

Nell'osservare le opere di Nicholas Tolosa propongo di soffermarsi sull'osservazione degli occhi nei primi piani.

 

Propongo di farlo perchè nelle sue immagini, e non a caso faccio riferimento a delle immagini, per sottolinearne la visione cinematografica e lo scatto fotografico che le caratterizza, vi è una cura particolare nella scelta del colore delle pupille degli occhi dei personaggi.

 

Le infinite varianti di grigio che si offrono a chiunque decida di adoperare il bianco e nero per rappresentare la propria visione artistica, qui subiscono un taglio netto.

 

Gli occhi dei suoi personaggi sono quasi sempre di un nero intenso e profondo, un nero  in cui l'osservatore può leggere i drammi che l'artista espone.

 

Molto spesso in essi è possibile vedere la stessa tonalità dello sfondo quasi in un'operazione di disvelamento della realtà intorno al soggetto dell'opera. Gli occhi si rovesciano e in essi si legge il buio della società. Sono la camera oscura che ci apre la porta verso una visione drammatica e sincera.

 

Anche un'opera come Maschera quotidiana, quasi un'operazione di astrazione rispetto a ciò a cui ci aveva abituato sinora il pittore di Eboli, testimonia ancora una volta la sensibilità nei confronti della   realtà cittadina nonché la volontà di volerla indagare.

 

Il rimando è evidente ad una lunga tradizione artistica che sfrutta le maschere per dare vita alla quotidianità.

 

Il primo riferimento è chiaramente Picasso con le sue maschere africane che entrano a poco a poco nelle opere fino a inglobare i veri volti dei personaggi.

 

In questo caso l'influenza non è remota nel tempo e nello spazio ma colta opportunamente dalla tradizione della terra d'origine dell'artista.

 

È sufficiente il vuoto degli occhi della maschera per rievocare il vuoto degli occhi di molte delle opere di Tolosa.

 

Uno dei simboli di un'antica tradizione, preso nella sua semplicità, attraverso una rappresentazione scarna e priva di orpelli diventa uno spunto nuovo per esporre la quotidianità.