Testimonianze

L’impegno pittorico di Nicholas Tolosa si rivela ampiamente in molte delle sue opere: uno sguardo alla società intesa come condizione dell’uomo che a volte niente può di fronte ai drammi della vita. L’uso del bianco e nero insistente è il mezzo più adeguato per esprimere ciò: sofferenza, povertà, dolore, emozioni che nascono dai soggetti stessi scelti dall’autore; si guardi ad esempio “Incontro al destino”, “Ultimo istante” o ancora “Lacrime Nere”, concetti che esprimono la vera essenza della vita, una vita non sempre felice ma anzi malinconica e alienante.

 

In apparenza le sue opere sembrano semplici e fragili ma nascondono sentimenti di impegno civile e grande spessore che nonostante la sua giovane età, probabilmente motivo di tanta sensibilità,esprimono forza interiore e attaccamento ad un’indagine riferita all’esistenza umana che deve interrogarsi continuamente per non sprofondare nel baratro delle convenzioni sociali; come si riscontra in “Quale futuro”, una domanda che al giorno d’oggi tutti si chiedono oppure in “Maschera Quotidiana”, dove viene espressa una realtà sociale divenuta purtroppo normalità, la realtà che si cela dietro la finzione.

 

 La sua emotività lo induce a  trattare argomenti di tragicità antropica, soprattutto riguardanti il secolo scorso (il riferimento è chiaramente alla Seconda Guerra Mondiale con “Treblinka”), dove si riscoprono sentimenti ormai acquartierati dai mezzi di comunicazione che ben poco spazio danno ad eventi angosciosi e tragici che tutti purtroppo conosciamo.

 

Guerre, campi di sterminio, abolizione dei diritti umani e schiavitù, sono tutti temi che nelle opere dell’artista si fanno testimonianze dirette, presenti e imperative ma in maniera molto fresca, senza appesantire troppo l’animo di chi guarda perché l’arte ha,sì, la funzione di essere il veicolo attraverso il quale denunciare le storture del mondo ma deve anche fungere da collirio, da medicina capace di risanare corpo e anima. Una sensazione di benessere che certamente si percepisce ammirando “Nuova Vita”: c’è sempre speranza!

 

Il tratto deciso, netto e senza ornamenti superflui, tutto ridotto all’essenziale, conferisce all’immagine una stabilità visiva penetrante, che coinvolge l’osservatore fino ad attanagliarlo in quel senso di precarietà vitale che l’artista vuole esprimere, si guardi in tal senso “Nelle mani nulla” o “Povertà”, non è forse questa una cruda realtà a cui tutti siamo purtroppo abituati? Si potrebbe infatti partire dal nulla per arrivare ad una stabilità emotiva che ci rende più consapevoli, più edotti; una fissità che renda la vita a colori e non più in bianco e nero.