TEMPO

Nicholas Tolosa, giovane e talentuoso artista salernitano, torna a Napoli con la mostra “Tempo”.

 

Quello narrato da Tolosa è il tempo della vita che definisce la storia del genere umano, nelle sue forme consequenziali di passato, presente e futuro.

 

Il Tempo che, nella tela omonima acquista fattezze olimpiche, titaniche, domina incontrastato sulla vita dell’uomo, la cui esistenza è segnata dall’inquietudine, dall’incertezza e dalla sofferenza di essere al mondo.

 

La pittura di Tolosa, il cui marchio sembra ormai essersi codificato nella tecnica di acrilico su tela, fotografa la realtà e denuncia, attraverso forme spezzate e taglienti, i mali che hanno colpito la società e che ancora oggi minano l’umana condizione esistenziale. Quest’ultima, ridotta agli estremi di nascita e morte, viene raffigurata, attraverso i soli colori bianco e nero.

 

Si tratta di una scelta dello stesso artista, il quale ritiene che, utilizzando le giuste combinazioni, i due colori danno vita ad una intensità luminosa maggiore di quella dell’arcobaleno, sfruttando le molteplici tonalità di grigio.

 

Il bianco sposa il nero, come il bene sposa il male, come alla nascita segue la morte.

 

Sono, del resto, i colori che meglio possono dar voce al senso di vuoto, assenza, silenzio ed inadeguatezza che animano la pittura di Tolosa, evocatrice di un passato crudele che ha reso l’uomo schiavo, macchina, vittima, nulla.

 

Il racconto della sopraffazione dell’uomo sull’uomo viene narrato attraverso le immagini Treblinka, Nelle mani nulla e Ultimo istante, connotate da ritratti schivi, assenti, pigiami a righe e cumuli di ossa.

 

La rappresentazione dell’Olocausto è funzionale a richiamare alla memoria una realtà dolorosa, che non appartiene solo al passato ma che l’uomo trascina con sé, come una lacerante eredità.

 

Tolosa intende denunciarla ma, al contempo, ritiene che il male sia intrinseco nell’uomo stesso e ha poca fiducia nella possibilità di una sua cessazione.

 

Quale futuro?, si domandano, infatti, gli occhi ritrosi e spaventati di un bimbo, il cui volto comunica spavento, dolore e disperata speranza.

 

Eppure in questa cornice buia e sofferta, connotata da una certa rassegnazione priva di voce e lacrime, Nicholas Tolosa ci offre uno spiraglio di luce, di emancipazione dal silenzio e dall’isolamento.

 

In Nuova vita, un’infermiera felice allatta con un biberon il neonato tra le sue braccia e gli sorride. E’ l’unica emozione felice che incontriamo nel percorso della mostra, come l’uscita da un tunnel scavato nelle periferie esistenziali dell’uomo. Il bambino messo al mondo diviene il simbolo della nuova generazione, alla quale è affidato il compito di rivedere la storia, ricostruirne il puzzle, ristabilire l’ordine.

 

TEMPO è un percorso di pittura di denuncia e di esigenze; racconta e magistralmente sensibilizza la visione, colpendo i fori più profondi dell’animo e smuovendo le nostre coscienze.