Anima Mundi
Tutta l’esperienza artistica di Nicholas Tolosa è costellata da forti sentimenti. Particolarmente sen-sibile alle problematiche sociali, l’artista non ha mai abbandonato l’arte figurativa e si è sempre ser-vito della pittura espressionista per denunciare malvagità, ingiurie, prevaricazioni, conflitti. La con-dizione dell’uomo contemporaneo, ormai rassegnato alla perdita di quel fondamento etico che do-vrebbe guidarlo nei rapporti concreti con la realtà, è costantemente al centro della sua riflessione. Nelle sue tele si soffre in maniera intensa, potente, teatrale. Spesso non si riesce a costringere il do-lore tanto che deflagra in un pianto di lacrime e quasi di sangue. I suoi personaggi, si pensi al prota-gonista de Nelle mani nulla (2013) o de La congiura dei Baroni (2019), molte volte appaiono di-sarmati, sconfitti e assistono silenziosamente alla loro tragedia.
Temi di carattere religioso sono presenti in diversi lavori del pittore salernitano e mostrano, rispetto a quelli di carattere profano, una maggiore propensione ad assorbire sensazioni e vibrazioni. Forse tra le opere più immediate e trascinanti si potrebbe collocare Codex Purpureus Rossanensis (2019). Il complesso racconto pittorico, ispirato alla tavola V dell’omonimo codice miniato conservato nel Museo Diocesano e del Codex di Rossano (CS), testimonia infatti la volontà primaria di trasmettere, attraverso una scena nota e riconoscibile solo da pochi elementi, le tensioni interiori che hanno ac-compagnato il momento creativo.
Con Ti ascolto l’approdo verso una rappresentazione ridotta all’essenziale è definitivo. Ti ascolto è l’omaggio che Tolosa fa alla rinascita di un complesso monumentale negato ai cittadini per più di un trentennio e, al tempo stesso, alla verità. La verità si annida nell’identità dei luoghi e il culto del-le anime del purgatorio, sorto agli inizi del Seicento, è parte integrante dell’eredità culturale della città di Napoli. Da un tempo senza tempo ogni buon credente napoletano, per espiare i peccati ter-reni, si prende cura delle anime anonime. Quelle abbandonate, quelle che nessuna lapide comme-mora e i cui corpi, poiché non hanno beneficiato dei riti di compianto, giacciono nelle fosse comuni. L’adozione del teschio, ancor oggi necessaria per favorire con le preghiere il refrigerio dell’anima dalle fiamme e accorciare i tempi della sua permanenza nel purgatorio, genera un sentimento di compassione che unifica la sfera spirituale con quella umana. Viene così a crearsi un rapporto diret-to con il divino e una sua costante presenza nelle vicende del mondo che rimanda al concetto di A-nima Mundi, nel senso del Logos della corrente filosofica dello stoicismo.
È proprio dall’ “anima del tutto”, concezione viva sin dagli albori dell’umanità, che Tolosa parte. Rifuggendo dal vuoto folklorismo nel quale una tradizione dal significato antropologico - culturale così autentico avrebbe potuto far scivolare, l’artista indaga la sua essenza più profonda e rintraccia, sullo sfondo di questa “corrispondenza di amorosi sensi”, una tematica a lui molto cara: la solidarie-tà per i deboli, il sentimento di compassione per gli ultimi che storicamente caratterizzano l’ethos comunitario partenopeo.
Il fulcro della composizione è rappresentato dal misterioso teschio con le orecchie rinvenuto nell’ipogeo della chiesa di Santa Luciella ai Librai, luogo votato alla comunicazione con le anime in pena. Un’anima diversa da tante altre dal momento che, secondo la credenza popolare, grazie alle sue particolari protuberanze, ha la capacità di ascoltare le preghiere dei devoti per poi rapidamente intercedere verso il cielo e concedere la grazia.
Lo spiritismo tutto positivo, il dialogo affettuoso e ragionevole tra il regno dei morti e il mondo dei vivi vengono trasposti su tela in una dimensione sospesa, attuale, viva. Tolosa, formatosi come sce-nografo, tende a penetrare nella scena e, facendola propria, si lascia attraversare emotivamente. Da qui l’attenzione ai dettagli, il profondo scarto di zone d'ombra e di luce che creano un’atmosfera al-tamente drammatica. Prendendo a prestito le parole di Pessoa “I campi sono più verdi quando si de-scrivono che nel loro reale colore verde”, è possibile descrivere l’apparente grigiore che predomina nella composizione e, in generale, nella produzione del pittore. Nell’essenzialità del bianco e del ne-ro, egli riesce mirabilmente ad ottenere effetti carichi di colore. Si intravede un sedimento di ener-gia vitale nel fascio luminoso che tocca solo una parte del cranio e nelle macchie di bianco sulla cornice che esaltano la luce, la recuperano e la rifrangono. Le anime “pezzentelle” sono esistenze inesistenti in bilico tra due mondi. Acquistano concretezza nel momento in cui incontrano il devoto capace di ascoltare “le voci di dentro” e Tolosa riesce a rendere l’osservatore testimone partecipe alla rievocazione di un qualcosa di magico e arcano.
Come sarebbe insinuante e provocatorio accostare quest’opera alla celebre serie Skulls di Warhol o allo spudorato For the love of God di Hirst. A fronte di uno svuotamento di significato che gli artisti contemporanei hanno dimostrato considerando il teschio come feticcio del consumismo, anestetiz-zandolo e il più delle volte anche banalizzandolo, Tolosa rispetta il suo significato simbolico e con-serva ogni aurea di misticismo. Il particolare teschio con le orecchie non è il simbolo di se stesso ma, per i valori di cui si fa portavoce, è ancora in grado di entrare in empatia con lo spettatore.