NOTTI DI LUNA PIENA. La luce sul mondo dei vinti
Un gesto netto, un carattere incisivo, il valore del disegno che si fa opera d’arte, i tratti acuti, delineati, volti i cui ovali perdono la loro tonda originalità per farsi, aguzzati, spigolosi. L’opera di Nicholas Tolosa è tensione, denuncia, talvolta ridondante per la costanza del tema trattato, che si propone e ripropone come voler coscientemente porre di fronte agli occhi degli astanti il mondo delle ingiustizie, dei soprusi, dell’ordine etico rovesciato da una civiltà incivile, vile, distratta.
 
 
Con tenace e costante senso critico e di denuncia Tolosa non demorde, non abbandona nemmeno per un attimo i suoi stilemi, non perde il filo né la strada, e soprattutto non lascia pace al visitatore, nel riproporre con costanza ostinata quel dolore, quella storia universale macchiata da ingiustizie, sacrilegi veri e propri alla vita umana, sacrilegio del concetto stesso di umanità. Una visione tanto cruda del sentimento e della realtà presuppone anche dal punto di vista tecnico scelte stilistiche altrettanto nette e chiare, la preponderanza cromatica del bianco/nero, i tratti grafici che ricordano la nettezza delle linee della china, della litografia, abbinata spesso a visioni e scorci tipici invece della fotografia.
 
 
Ma Tolosa non usa china, né produce litografie, né tantomeno fotografie, tutto il suo universo è trasportato su tela, quella è la superficie d’espressione, quella la scelta dell’artista, scelta estremamente significativa e importante: la denuncia, la scena di vita quotidiana, il gesto di dolore o di pacata carità assume dignità sulla tela più che su ogni altro supporto. I volti scarni, gli occhi sgranati, il semplice gesto di una infermiera che nutre amorevole una vita appena nata, si impongono al visitatore con la dignità rappresentativa di un’opera colossale, nelle grandi dimensioni, nella scelta della tela come supporto, nella necessità di sintesi della rappresentazione che non lascia spazio ad oggetti superflui, ma si concentra sull’essenziale, sul racconto di quell’universale amore e sofferenza.
 
 
Il contrasto costante tra luci e ombre non fa che sottolineare la dicotomia interna intrinseca alla vita rappresentata, e Tolosa non sa e non può sottrarsi alla rappresentazione delle pagine più tragiche della storia personale di ogni individuo e della storia globale dell’umanità. Un autoritratto carico di pathos alimenta ancora di più questo senso di partecipazione, di compassione di vera e commossa pietas, è l’autore stesso a inserirsi nel mezzo di quella umanità rappresentata, umanità delusa, saccheggiata nell’anima, tradita negli ideali e nella moralità.
 
 
L’universo di Nicholas Tolosa è quello dei traditi, dei vinti, che sbucano dalla tela con dignità e essenzialità, hanno tolto loro l’umanità ma essi non hanno smesso di essere uomini e donne, sinceri, sfrontati, ruvidi, raramente emozionati ma sempre emozionanti.