L’Umanità che Nicholas Tolosa interpreta non ha filtri, vive in una quotidianità spesso inquieta, che giorno dopo giorno ti segna e ti mette alla prova. Umanità spesso ferita, ma che con dignità trova la forza per lottare e andare avanti. Una ricerca quella di Tolosa coerente capace di osservare la società e i suoi cambiamenti e raccontarli con occhi sinceri che restituiscono sulla superficie pittorica ciò che spesso solo la sensibilità dell’artista riesce a cogliere, che viene restituita al pubblico senza censure, senza scabrosi dettagli. Umanità nuda e cruda. Umanità presente, che attraverso una tavolozza cromatica nei toni del nero e del bianco, nelle diverse gradazioni e sfumature, diventa un racconto che non viene edulcorato dalla pittura, ma al contrario assume maggiore peso specifico nella narrazione.
La mostra Umanità, raccoglie una selezione di lavori degli ultimi dieci anni di Nicholas Tolosa, un percorso che ha come obiettivo testimoniare l’attenta ricerca non solo verso tematiche sociali, storiche di narrazione di esistenze e sfide quotidiane, ma la ricerca pittorica dell’artista resta la cifra stilistica e cardine del suo percorso.
Nei lavori di Nicholas l’immagine e la sua forza espressiva si smaterializza in concetti che superano l’immagine stessa; la gradazione cromatica diventa nel racconto visivo una sorta di velo del tempo che conserva e non altera la storia, permettendo allo spettatore di osservare da un punto di vista privilegiato. Sono finestre sul nostro tempo presente che ci restituiscono un tempo passato, spesso già compiuto che continua ad esistere nella memoria, nel ricordo. Un tempo vero, fatto di storie comuni, di uomini e di donne, di pietà popolare, di avvenimenti storici e ribellioni, di attimi rubati ad una umanità che si riscopre artefice del proprio destino e diventano testimonianza da tramandare.

Come un fedele cronista Nicholas utilizza la pittura come scrittura visiva. Artista sensibile e attento osservatore ci restituisce attraverso la sua produzione un gusto espressivo caratterizzato da segni semplici, da pennellate frutto di sovrapposizioni pittoriche. Velatura dopo velatura, la sua pittura acquisisce la forza di un rituale, dove l’istante, la verità della narrazione diventa una costante che non muta nel tempo.